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San Valentino: la scienza di Cupido

“[…] Eros, il più bello tra gli dei immortali che scioglie le membra e, di tutti gli dei come di tutti gli uomini, doma nel petto il pensiero e la saggia volontà”(Esiodo). L’amore ghermisce i cuori sin dai tempi degli antichi greci, tanto incontrollabile quanto incomprensibile da doverne forzatamente attribuire la causa a un qualcosa di esterno, a una volontà che giocosamente si diverte a rendere inermi anche gli uomini più duri. Ed ecco che nasce Eros, o Amor, o Cupido che dir si voglia: il dio dell’amore e del desiderio, capace di far nascere una febbrile passione nel cuore di ogni essere umano. Insomma è la festa dell’amore ed un po’ci addolciamo anche noi! E stuzzicati da vetrine con immagini stilizzate di quello che una volta era un dio capriccioso e potente, ridotto oggi ad un angioletto con pannolino a cuori e gote rosate, ci siamo chiesti se la forma attuale del dio dell’innamoramento potesse effettivamente reggere. Nel mondo reale, un paffuto infante riuscirebbe davvero a librarsi in volo per il mondo scagliando frecce verso i cuori delle persone? E potrebbero esistere realmente delle armi in grado di far innamorare?
L’uomo non può volare e questo è un fatto. I motivi ci sono ben noti: con la mancanza di ali, il troppo peso ed una muscolatura sviluppata per ben altre attività, l’evoluzione ci ha crudelmente negato una delle abilità migliori in natura. Ma un bambino di poco più di un anno (età che indicativamente abbiamo deciso di attribuire a Cupido), che da millenni ha smesso di crescere potrebbe risultare un'eccezione.  Se infatti paragoniamo un fanciullo del genere, che pesa indicativamente sui 12Kg per un 80 cm di altezza, ad uno degli uccelli più pesanti del mondo, la Otis Tarda, i numeri sono a nostro favore. I maschi di questa specie, che oscillano fra i 12 e i 20Kg di peso, lunghi circa un metro e perfettamente in grado di volare, sembrerebbero un termine di paragone perfetto, ossa cave o meno. Ma le ali del nostro Cupido sarebbero sempre state raffigurate erroneamente: difatti per tener sollevato un peso del genere, l’Otis, ha sviluppato un’apertura alare di circa 2.4 metri, la stessa a cui il nostro piccolo paffuto infante non può rinunciare per aver la possibilità di scagliare frecce librandosi nei cieli. “Librandosi”: alzandosi faticosamente in volo dopo una lunga rincorsa. Uccelli del genere con una “culatta pesante” da dover sollevare e portarsi dietro ad ogni decollo, tendono a preferire la corsa o la picchiata da alture alla rapida ascensione e a lunghi voli fluidi. 
Cupido sarebbe quindi costretto a lanciarsi da palazzi neanche fosse Spiderman, per inseguire coloro che ha deciso di colpire con le sue frecce. E per permettergli di fare tutto ciò, la sua anatomia, così come il suo aspetto estetico, andrebbe decisamente a modificarsi: per poter consentire l’attacco dei possenti muscoli pettorali, gli uccelli, hanno sviluppato uno sterno carenato molto pronunciato che sporge donando al petto la classica forma concava, su cui si attaccano i prominenti muscoli necessari al controllo del volo . Il nostro piccolo e dolce angioletto non può essere da meno se desidera riuscire a muovere le poderose ali che si ritrova, risultando quindi più simile alla versione in miniatura di Dwayne “The Rock “ Johnson che ad un dio dell’amore ed ecco che la poesia dell’icona va totalmente persa.  
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Ma se la possibile anatomia di Cupido può averci lasciato amareggiati, le sue “magiche frecce” non deluderanno. Da anni gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando una spiegazione a ciò che annovera l’irrazionalità come sua principale caratteristica, cercando di comprendere i meccanismi biochimici dell’amore. Spesso i risultati sono di scarsa utilità, ma ormai alcune nozioni possiamo darle per certe. Tre sono i principali ormoni responsabili dei tipici sintomi del “mal d’amore”: la dopamina, l’ormone del piacere, l’adrenalina quello dell’eccitamento e l’ossitocina quello della fedeltà. I primi due sono legati ai circuiti neurali involontari e pare siano i principali responsabili delle palpitazioni, dell’euforia e dell’irrefrenabile desiderio di avere la persona amata al nostro fianco. Quando ci innamoriamo, il nostro cervello produce dopamina, segnalandoci che ciò che abbiamo davanti ci è indispensabile per essere felici. Questo, insieme al “sentirsi vivi” risultante dalla presenza dell’adrenalina, stimolata dagli stessi circuiti, ci rende assolutamente recettivi verso l’altra persona e crea quel sentimento quasi ossessivo di cui sentiamo tanto parlare.  
L’ossitocina d’altra parte, è responsabile della durata e dell’amore più tenero. È quell'ormone che, nel tempo, comunica al nostro cervello che la persona davanti a noi è una persona fidata e ci fa provare affetto nei suoi confronti. Ma in tutto questo che c’entrano le frecce di Cupido? Beh, pensate al potere che potrebbe avere un mix ad altissima concentrazione di queste tre molecole su una persona: molti studi hanno dimostrato che esponendo un soggetto ad un aumento di questi ormoni, questo diventa più percettivo verso gli altri. Se quindi Cupido riuscisse ad iniettarne una miscela super-potenziata di queste sostanze, probabilmente riuscirebbe a piegare la volontà di chiunque, producendo l’innamoramento istantaneo che colpisce ed intontisce una persona.  
Quindi  altro che rubizzo infante con piccole ali da cherubino! Cupido nel mondo reale sarebbe un bambino con evidenti problemi della crescita, alto poco meno di un metro con ali lunghe più del doppio ed un grottesco corpo da culturista, col quale cercherebbe di prendere il volo per scagliare frecce imbevute in un micidiale cocktail di ormoni che inebetisce all'istante. Una visione piuttosto inquietante. Ma si sa “l’amor può muovere il cielo e le stelle”, che riesca anche a far volare un bambino?

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