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Sara ed Elisa, in arte Nyesis

Ci fa davvero un grande piacere che la nostra rubrica Self Arena, in cui ospitiamo le opere dei valorosi artisti del caotico e coloratissimo mondo autoprodotto della Self Area del Lucca Comics&Games, stia riscuotendo successo. Crediamo davvero che ci siano tante perle nascoste, e non vediamo l'ora di portarle alla luce. 

Questa volta tocca a Sara Fabrizi, alumna della Scuola Internazionale di Comics di Firenze e con numerose collaborazioni nel sacco, fra cui Giochi Preziosi, Edizioni BD e Kappa Edizioni, per cui realizza le copertine dei libri "Kiki's Delivery Service" e "Si alza il Vento". 
Sara è anche parte del duo "Nyesis", assieme alla traduttrice ed aspirante (la modestia è tutta sua) scrittrice Elisa Cross. Nyesis ha pubblicato varie light novel, la fanzine FEREA e il fumetto online RACERS, da cui è tratta la brillante illustrazione inedita che vi proponiamo oggi.
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Potete trovare le illustrazioni di Sara nel suo sito personale: www.sarafabrizi.com
Il "campo base" delle Nyesis, in cui potete leggere il fumetto RACERS, è invece www.nyesis.net

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Un commento

  1. Ma che cazz…MA PORC* PUTT@#§%$!!!
    (attenzione da qui in giù potrei diventare volgare, non vi scandalizzate)
    Allora, io potrei sembrare un attimino esagerato ma questo punto mi sta molto a cuore.
    Uno zombie, per definizione, è un morto vivente.
    Un morto vivente, come ci dice la parola stessa, è innanzitutto morto.
    Morto.
    MORTO.
    M-O-R-T-O.
    Lo ripeto per essere chiaro.
    M-O-R-T-O.
    Quando un tuo caro muore, è andato. Hai pieno diritto di piangere, di incazzarti, di urlare, di fare quello che vuoi. MA. E’. ANDATO. NON PUO’ TORNARE.
    Il fatto che i morti si rialzino in piedi e tentino di ucciderti non solo è un evento terrificante da immaginare, ma il fatto di trovarsi di fronte un amico, un parente, addirittura la persona che amavi, che tenta in tutti i modi di ucciderti e l’unico modo per difenderti è deturpare ulteriormente la sua carcassa E’ UNA AUTENTICA TORTURA MENTALE. L’aspetto psicologico dell’apocalisse zombie è un concetto estremamente sottovalutato, e, come vedo, spesso svilito.
    Già con Warm Bodies ho dovuto lanciare invettive da ogni pulpito a mia disposizione. Ora devo ripetermi.
    Una rappresentazione televisiva dove è possibile guarire dallo stato di zombie è come un film sulla passione di Cristo dove Gesù non viene crocifisso. E’ più di una semplice stronzata, E’ UN’OFFESA BELLA E BUONA ALLA MATERIA CHE STAI TRATTANDO.
    L’epidemia zombie significa morte, non si può guarire.
    PIANTATELA DI TRATTARE I MIEI ZOMBIE COME FOSSERO UN ESERCITO DI RAFFREDDATI CHE CON UN ASPIRINA TORNANO IN FORMA!

    Scusate lo sclero. Pace e bene a tutti voi.

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