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Stephen Hawking rivede le sue teorie sui buchi neri. Perché?

Stephen Hawking ha rivisto molto della sua teoria sui buchi neri, attraverso la pubblicazione di un documento su Arxiv.org qualche giorno fa, il 22 gennaio.
Il documento non ha mancato di attirare l’attenzione degli esperti, ma anche di semplici curiosi, soprattutto grazie a un esauriente articolo di Nature.
Ma questa nuova teoria cosa comporta nella realtà dei fatti?
Dobbiamo prima di tutto specificare, che per il momento il documento consta di sole due pagine e che è basato su un discorso tenuto nell'agosto del 2013 al Kavli Institute for Theoretical Physics di Santa Barbara, il lavoro è consultabile qui da chiunque.
Il lavoro del fisico britannico in alcuni punti potrebbe sembrare un po’ vago, anche a causa della mancanza di qualsivoglia formula matematica che possa supportare l’idea, tuttavia non si può non rimarcare il fatto che chi l’abbia scritto sia uno dei massimi esperti di buchi neri.
Il problema nasce dal tentativo di far convivere in maniera coerente Relatività generale e Meccanica quantistica, cosa che non può che avvenire in poche situazioni, date le contraddizioni insite nel confronto. 
Dapprima negli ’70 Hawking arrivò all'ipotesi che superato l’orizzonte degli eventi, il punto di non-ritorno di un buco nero, l’energia e la materia potessero comunque fuoriuscire pur senza conservare le informazioni originali, attraverso le cosiddette “Radiazioni di Hawking". Tuttavia il fisico, nel 2005 dovette riformulare la teoria, perché presentava un paradosso per la meccanica quantistica, in quanto era necessario che l’informazione non fosse distrutta, così spiegò che le perturbazioni quantistiche permettevano la conservazione dell'informazione.
Poi nel 2012 fu resa nota quella che sembrava una seconda via, una teoria elaborata da Joseph Polchinski del Kavli Institute e dai suoi colleghi, il cosiddetto “Firewall”, seconda questa teoria, un astronauta “caduto” in un buco nero verrebbe bruciato da un orizzonte degli eventi, che in accordo con le leggi della Meccanica quantistica,sarebbe una regione ad alto livello energetico e quindi un vero e proprio muro di fuoco. Tuttavia anche questa teoria non convinse completamente i fisici perché non teneva conto della Relatività generale.
Così nel documento postato il 22 gennaio Hawking traccia una terza via, quella dell’orizzonte apparente, facendo anche diverse obiezioni anche abbastanza circostanziate alla teoria di Polchinski e soci.
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Questo orizzonte apparente sembra decisamente meno minaccioso sia dell’orizzonte degli eventi, sia del muro di fuoco pronto a bruciare l’astronauta e cerca di dare  nello stesso tempo una coerenza alla convivenza di Relatività generale e Meccanica quantistica.
L’orizzonte apparente sarebbe quindi una sorta di superficie sulla quale vi sono dei raggi di luce che tentano di fuggire dal nucleo del buco nero, tenendo conto della teoria della Relatività generale orizzonte apparente e orizzonte degli eventi, potrebbero essere identici, nello stesso tempo vengono aperti anche spiragli per la Meccanica quantistica, perché l’informazione della materia tenuta al di là del confine apparente seppur strapazzata in malo modo verrebbe rilasciata in una forma quasi completamente diversa, ma non sarebbe distrutta; in questo modo l’orizzonte apparente quindi si prefigura come una prigione temporanea per materia ed energia.
Hawking spiega quindi che non esistono buchi neri, nel senso che non esistono regimi da cui la luce non può sfuggire all’infinito.
Tuttavia l’orizzonte apparente anche se sembra poter rappresentare un ulteriore passo verso la convivenza delle due teorie fisiche, al momento non può essere né confutato né accettato. Certo è che le reazioni dei colleghi di Hawking non si sono fatte attendere, la comunità scientifica si è divisa tra chi si trova d’accordo con la teoria seppur con riserve, come Don Page,  e chi invece è scettico come ad esempio proprio uno dei teorizzatori del Firewall, il già citato Polchinski.
Insomma non possiamo che aspettare e vedere se l’orizzonte apparente di Stephen Hawking si dimostrerà corretto o se invece verrà bruciato… magari proprio da un muro di fuoco.
 

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