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Sunny, l’auto dei sogni

L'immaginazione è l'elemento che più di tutti distingue le persone fra loro, dividendo nettamente i sognatori dai realistici. Questa caratteristica è ben spiccata nei bambini, i quali con facilità e naturalezza riescono a concepire situazioni sempre nuove col minimo sforzo. Grazie ad essa ogni giorno risulta diverso, pieno di aspettative e di situazioni sempre nuove che consentono di vivere al meglio la propria vita anche nei momenti più duri.
Sunny, nuova storia targata J-pop, parla soprattutto di questo. 
Il manga di Taiyo Matsumoto racconta le vicende di un gruppo di bambini che si ritrova, suo malgrado, a vivere in una casa famiglia dopo l'abbandono da parte dei genitori. Fra un litigio e un dispetto, il chiasso e i lavori domestici, l'unico luogo di completa tranquillità ed evasione è rappresentato da una Nissan Sunny 1200, una vecchia auto abbandonata che viaggia grazie all'immaginazione.
Per gli orfani la Sunny rappresenta il luogo in cui tutto è possibile, dove si può diventare astronauti, piloti di corse automobilistiche o più semplicemente taxisti. L'auto è l'unico posto in cui gli adulti non possono entrare, caratteristica che conferisce ancor più importanza al veicolo. Tutti gli abitanti della casa quando si sentono tristi, quando vogliono fare qualcosa di proibito o semplicemente rimanere soli con se stessi, si nascondono nella Sunny, rifugio sicuro in un mondo non sempre all'altezza dei loro sogni.
Nel corso del volume faremo la conoscenza di tutti gli ospiti della casa famiglia Hoshinoko, una struttura moderna che ben si scosta dall'immagine comune di orfanotrofio: i bambini sono tutti responsabili sia di se stessi sia dei compagni, aiutandosi a vicenda nelle più disparate faccende domestiche. L'arrivo di un nuovo ragazzo porta curiosità e scompiglio nel gruppo, soprattutto a causa del comportamento del giovane. Sei, così si chiama il timido bimbo occhialuto, ha infatti moltissima voglia di tornare a casa, tanto che il primo viaggio che compirà grazie alla Sunny sarà quello della strada verso casa. Insieme a lui vivono il chiassoso Junsuke e il piccolo fratello Shosuke, lo scalmanato Haruo, il più adulto Kenji e tanti altri piccoli inquilini.
Tutti gli abitanti della Hoshinoko sono persone con alle spalle una storia triste, ognuna delle quali riesce a mettere in luce i mille problemi della società odierna: alcol, abbandono, malattie e disillusione sono le principali cause per cui i bambini non possono stare coi propri genitori. 
Matsumoto dipinge un mondo crudelmente reale evitando però di proporre scene strappalacrime; scrive, al contrario, un racconto dal sapore dolceamaro dove i bambini si scontrano con una realtà che non ha molto da offrire, senza però perdere la fiducia in chi li circonda. Viene così presentato un grande nucleo famigliare che, seppur accomunato da un passato d'abbandono, riesce a trasmettere calore e forti emozioni al lettore, effetto ottenuto grazie allo stile di disegno ricercato e personale dell'autore. 
Assenza di retini e un tratto semplice ma realistico sono la base delle tavole con le quali Matsumoto entra nel cuore dei lettori, i quali saranno ancor di più coinvolti dalla musicalità di Sunny. Fin dalla prima pagina saremo rapiti dai suoni, i rumori e dalle canzoni che accompagneranno la lettura fino alla conclusione del volume, diventando parti integranti delle tavole stesse. Le canzoni e il baccano dei bambini andranno a fondersi con i dialoghi facendo da cornice o intromettendosi in essi, mostrando l'abilità di Matsumoto nel gestire più metodi di comunicazione.
Sunny ci pone davanti il mondo in cui tutti i giorni viviamo visto tramite gli occhi di un gruppo di bambini abbandonati, che non hanno però perso la voglia di vivere. Uno spaccato di vita che mostra come sognare sia fondamentale per evadere da una realtà che spesso opprime la vita di ogni persona e che sarà in grado di colpire i tanti figli di casa (così i bambini dell'Hoshinoko chiamano chi ha una casa in cui vivere) che leggeranno questa storia.
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