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Swamp Thing: l’autore parla dei piani per la seconda stagione

Il co-sceneggiatore di Swamp Thing, Gary Dauberman, ha svelato i piani per la seconda stagione dello show DC Universe prima che fosse lo show fosse cancellato. Durante la promozione di Annabelle Goes Home, ha infatti parlato di quello che sarebbe stato il particolare sviluppo della seconda stagione. In una lunga chiacchierata con ComicBookMovie.com, lo scrittore di Swamp Thing ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Mi è stato spezzato il cuore con l’annullamento. Lo spettacolo è nato dall’amore per il materiale originale perché io e Mark abbiamo davvero amato i fumetti, in particolare la run di Alan Moore. È uno dei miei eroi, ovviamente”.

Gary Dauberman dice la sua su Swamp Thing

Un duro colpo per quello che si prospettava per Swamp Thing: “Davvero, tutte le persone coinvolte si sono semplicemente innamorate del materiale di partenza e dei personaggi e penso che lo si sia visto negli episodi. Penso che se sei interessato a come sarebbero state le altre stagioni, puoi tornare al materiale originale per capirlo“. Nell’intervista l’analisi è stata lunga e dettagliata: “La prima stagione è molto simile a un film in cui c’è un inizio, una metà e una fine, ed è una storia raccontata nel corso di dieci episodi e ciò che mi è piaciuto molto dei fumetti è che c’è un lupo mannaro in un ospedale e cose del genere, quindi avremmo avuto episodi come un’antologia con storie autonome”.

Gay Dauberman allora continua: “La palude è molto il lavandino della cucina del terrore soprannaturale e, come sai, puoi entrare in diversi sottogeneri dell’orrore con quello, e non vedevo davvero l’ora di esplorarlo nella seconda stagione ed entrare in alcuni dei racconti horror più contorti dei fumetti successivi”. Dalle sue parole traspare tutta la voglia di stupire: “Sarebbe diventato più strano. Per le persone che non conoscono il personaggio, la prima stagione stava dicendo alla gente di cosa trattava Swamp-Thing, ma la seconda sarebbe stata più incentrata sulle idee più profonde, contorte, più strane e grossolane”, ha concluso.

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