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Tenet: un labirinto intricato | Recensione

La nostra recensione in anteprima di uno dei film più attesi del 2020

Tenet è senza dubbio uno dei film più attesi, ma soprattutto chiacchierati di questo 2020. I diversi rinvii per posizionarlo come “il film che avrebbe riaperto le sale” sono stati sulla bocca di tutti, accrescendo la classica curiosità che si accompagna a ogni nuova uscita di Christopher Nolan. Ora, dopo tante difficoltà, il film è sbarcato in Italia, in anticipo rispetto al resto del mondo. Ha rispettato le aspettative? Vediamolo insieme nella nostra recensione di Tenet.

La stavo aspettando, signor Tenet

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© 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Tenet è per certi aspetti il più classico film tra quelli diretti da Christopher Nolan, fatta eccezione per la trilogia dedicata a Batman (che comunque manteneva propri elementi di originalità). Nel suo nuovo lavoro, il regista e sceneggiatore britannico costruisce una storia che, alla sua base, è estremamente semplice.

Il modello, come in molti stanno sottolineando, è chiaramente quello di James Bond. Tutti gli elementi più classici delle avventure dell’agente 007 sono presenti, dal villain dotato di manie di onnipotenza, alla Bond girl e al rapporto tormentato con quest’ultima. Addirittura volendo si possono trovare similarità tra il personaggio di Robert Pattinson, Neil, e il Felix Leiter che ha accompagnato Bond in tante avventure.

Tenet poggia quindi su delle fondamenta assolutamente classiche, seguendo un percorso familiare allo spettatore. Sfortunatamente nel farlo si porta dietro alcune ingenuità, che incidono in parte sul risultato finale. Passaggi e interazioni tra i vari protagonisti che avrebbero richiesto una maggiore giustificazione. Più che frutto delle scelte dei personaggi in alcuni casi sembrano derivare solamente dagli archetipi che incarnano.

Alla fine dei conti però si può chiudere un occhio su questo, perché la struttura narrativa non è altro che il contorno su cui poggiare la portata principale. La trama generale di questa pellicola, il suo uso di archetipi è una scelta necessaria, per concedere spazio allo spettatore di concentrarsi sull’aspetto più interessante dell’opera: il suo rapporto con il tempo.

Il Signore del Tempo

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© 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Che nella filmografia di Christopher Nolan ci sia una particolare attenzione per il concetto di tempo è cosa nota. Anche quando non gioca direttamente con la sua rappresentazione (come in Memento, The Prestige o Dunkirk) resta un argomento molto importante con cui confrontarsi. Tenet appartiene principalmente a questa seconda categoria, ma è comunque uno dei più innovativi.

Nel film assistiamo a una concezione del tempo e del suo scorrere che raramente si è vista sullo schermo. Non si tratta di semplici viaggi nel tempo o variazioni sul tema. È decisamente un nuovo approccio, che si interseca fortemente con riflessioni sul concetto di libero arbitrio e cosa sia il futuro. E che, soprattutto, Christopher Nolan cerca di sfruttare in tutti i modi possibili.

Lo avrete intuito dai trailer, dalle interviste e ve lo ribadiranno in molti in questi giorni: Tenet non è semplice da comprendere, anche più di altre opere del regista. Ci vorrà impegno per seguire esattamente ciò che succede a schermo, soprattutto nella prima parte. Un livello simile è raro da vedere in blockbuster di questo calibro, restando solitamente riservato a titoli indipendenti dedicati a una piccola nicchia.

Non spaventatevi: non uscirete dalla sala completamente confusi, anzi le linee generali saranno piuttosto chiare. Per riuscire però a riunire al meglio tutti i fili e avere una mappa del labirinto temporale creato da Nolan saranno necessarie multiple visioni. I livelli di lettura sono molteplici e il gioco è anche riuscire a scovarli tutti. Il fascino di Tenet sta proprio qui e i prossimi giorni saranno tanti gli appassionati che si cimenteranno con la ricerca della soluzione.

Tenet, da oggi al cinema

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© 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Non si può parlare di Tenet senza citare il fardello che porta con sé, quel suo essere “il film che riporterà il pubblico al cinema” che citavamo in apertura. Un compito difficile in un’epoca di incertezza, in cui le case di distribuzione guardano allo streaming digitale come nuova via possibile.

D’altro canto, tra i tanti titoli la cui strada è stata ostacolata in questo 2020, Tenet è senza dubbio il film che più richiede la sala. Questo nonostante a tratti sia meno imponente da un punto di vista visivo di altre opere del regista britannico, in particolare nella parte centrale. Quando però ingrana la marcia (scegliete voi se in avanti o all’indietro) e accelera, offre sequenze di grande impatto, che vanno godute in sala almeno la prima volta.

Quello che Tenet offre al pubblico è quindi uno spettacolo intenso e una narrazione intricata che convincono, senza però esaltare come si poteva sperare. Al netto di un’ottima prova del cast e un impianto tecnico ineccepibile, le sopracitate leggerezze di scrittura e i dubbi (forse troppi) che restano alla fine della prima visione potrebbero non lasciare tutti soddisfatti. La partita si giocherà sul lungo termine, lasciando il tempo di digerire la pellicola a chi la vedrà in questi giorni.

E sarà assolutamente interessante scoprire quale sarà l’impatto finale di quest’opera sulla figura di Christopher Nolan stesso, un regista decisamente divisivo, con tanti fan ma anche tanti detrattori. Staremo a vedere e (almeno un paio di volte) rivedere.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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