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The Twilight Children: benvenuti ai confini della realtà

I gabbiani volano alti adocchiando dal cielo il bottino dei pescatori che stanno trascinando le barche in secca, dopo una lunga giornata di lavoro in mare aperto.
Il sollievo è visibile sui loro volti seccati dal sole e dalla salsedine quando scaricano le pesanti reti e si avviano sulla strada di casa.
Mentre Anton si allontana non può fare a meno di passare davanti alla boutique di Tito, seduta sui gradini del suo negozio intenta a fumarsi una sigaretta e a gettare uno sguardo obliquo al giovane pescatore.
Non è così consueto trovare un’ambientazione sudamericana in un fumetto weird o fantascientifico, dove tempo e spazio rimangono sospesi senza fissarsi in un luogo o momento preciso e ben identificabile.
Si sente solo il calore del sole e del vento in questo paesello piccolo ma accogliente dalle tinte tiepide e un po’ assonnate.
La calma sembra regnare sovrana, sui piccoli drammi di ogni giorno che si svolgono alla luce del sole o col favore delle ombre serali; finché non accade l’imprevisto.
Di colpo e senza causa evidente iniziano a comparire grandi globi luminosi che non fanno altro che galleggiare a mezz'aria per un po’ di tempo, senza che nessuno sia mai riuscito a vederli arrivare o andarsene.
Un mistero incomprensibile che avvolge in una cappa pesante la tranquilla località marittima bagnata dall'oceano; lasciando solo un’incombente inquietudine afosa che toglie il respiro.
Mentre la storia tra Anton, Tito e il marito Nikolas si complica, arricchendosi di sfumature tutte umane, tre bambini impegnati a giocare sulla spiaggia fanno un primo incontro con una delle sfere luminose.
A niente valgono gli avvertimenti di Bundo, l’alcolizzato del paese con una terribile storia alle spalle.
La curiosità incontenibile dei bambini avrà ragione su qualunque cautela e buon consiglio.
L’FBI è in allerta e viene chiamato un team di scienziati che possa studiare il fenomeno ma senza successo: i globi spariscono per ricomparire da tutt'altra parte con una frequenza che si fa sempre maggiore.
È evidente che qualcosa è cambiato ma persi nell'ignoranza non è possibile prepararsi alle conseguenze più impensate. E come gli sperduti personaggi locali, il colpo di scena in chiusa del primo volumetto ci tiene con il fiato sospeso lasciandoci con un pugno di domande.
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L’impressione è quella di essere finiti di colpo in una puntata di The Twilight Zone, forse complice l’assonanza nel nome di questo nuovo fumetto di casa Vertigo: The Twilight Children di Gilbert Hernandez (Love & Rockets), Darwyn Cooke e Dave Stewart (colori). Che con grande maestria ricamano una storia avvincente su una delle leggende e degli avvistamenti preferiti dagli ufologi: i globi luminosi del cielo di origine extraterrestre. 
I tratti ricordano molto da vicino quelli di Bruce Timm, con cui Darwyn Cooke ha lavorato e con cui si è formato nella sua carriera di disegnatore di fumetti. Le donne infatti hanno delle parentele molto strette con le super eroine Timmiane; la bella e sexy Tito ne è un esempio lampante. Insomma la collaborazione di questi maestri del fumetto sembra mantenere le alte aspettative che era lecito nutrire. 
Vivamente consigliato.

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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