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Top Six: i gelati da spiaggia della nostra infanzia

È giunta l'Estate.
Per alcuni tempo di viaggi in città sconosciute, di rilassanti passeggiate in montagna, di tintarelle su spiagge affollate.
Per altri è una sofferenza, chiusi in uffici a volte senza nemmeno aria condizionata, a lavorare su pc surriscaldati, ogni tanto guardando sui social gli amici che si divertono in vacanza.
Ma c'è stato, per i più, qual momento durante l'infanzia, a correre nell'acqua salata senza pensieri, costruire castelli di sabbia e giocare con le biglie che risplendevano sotto il sole d'Agosto.
E poi, quando le energie piano piano andavano scemando, ci si sedeva sotto l'ombrellone e si cercava sollievo dal caldo mangiando un gelato.
Ah! Che sapore indimenticabile avevano!
Per questo abbiamo deciso di ricordare insieme quei gelati che, ora scomparsi o meno, gustavamo durante quelle estati.
{Piedone} Che cosa ci veniva in mente di metterci a mordere un piede gigante?? 
Rosa (giustamente, per fedeltà all'originale) gusto fragola, c'erano alcune versioni addirittura con delle aggiunte di cioccolato sull'alluce e striature al caramello per renderlo ancor più appetitoso.
La regressione dall'infanzia alla culla era praticamente completa, ma a noi non interessava, fintanto che avevamo un gelato da mangiare.
{Doctor Strabik} Quando ancora la parola “dottore” ci faceva pensare solamente al signore che ci controllava quando eravamo  malati, compravamo questo misto di panna e fragola… 
Una faccia deforme che ci guardava con occhi dall'espressione folle, che si scoprivano essere confetti chewing-gum! Una soddisfazione che non finiva arrivati allo stecco di legno.
Era il diretto rivale della Pantera rosa, stessi gusti, stesse deformità che saltavano fuori ogni volta che li si scartava.
{Brek} Qui entrava in scena anche la componente figurativa, perchè si spendevano diversi minuti fingendo di essere la Statua della libertà, mettendosi in posa fino a che il gelato non finiva per squagliarsi e gocciolare sulle dita.
Il maxicono (che tanto maxi non era, in realtà) al gusto di vaniglia e cioccolato, che metà delle volte cadeva sulla sabbia quando si tentava di tirare fuori la cialda dal rivestimento di plastica.
La parte migliore? Mordere la punta della “fiamma”!
{Calippo} Grande e indimenticabile classico, lo vendono ancora oggi ma a volte non lo si compra per tutti i doppi sensi e le prese in giro che scatenerebbero con gli amici.
Unico ghiacciolo compreso nella nostra Top, perché tutti, almeno una volta, hanno combattuto con questo blocco di ghiaccio aromatizzato che non voleva decidersi ad uscire dal cartone che lo avvolgeva.
I metodi per mangiarlo erano diversi: scaldarlo con le mani fino a che non si decideva a sgusciare fuori (per i più pazienti). Mordere la parte sotto, piano piano per non strappare la confezione, così da farlo muovere verso l'esterno attacandolo dal basso e avere poi anche una specie di granita succosa da bere alla fine.
{Twister} Una goduria. Misto tra il Brek e il Calippo, un cilindro di vaniglia e cioccolato che si arrotolavano l'uno sull'altro e si mischiavano a meraviglia dopo un po' che lo si mangiava.
Durava più del Brek ed era più gustoso del Calippo, visto che era composto di creme e non di ghiaccio.
E quasi sembrava non finire mai, anche per quello era il massimo!
{Winner Taco} Farcitura al caramello, cialda, gelato alla vaniglia e arachidi. 
“Taco” perché la forma ricorda l'omonimo piatto tipico della cucina messicana.
Ritirato improvvisamente dal mercato quando ancora era sulla cresta dell'onda, rimesso in commercio qualche anno fa per cavalcare quella della nostalgia. Pare, però, che non abbia avuto lo stesso successo di un tempo.
Nonostante questo lo ricordiamo come veramente sfizioso e grande compagno delle estati afose.
{ +1 : Cucciolone} Un gelato senza tempo.
Non perfetto solo per i pomeriggi sulla spiaggia, ma anche per le giornate chiusi in casa a giocare con i video giochi, oppure al parco con gli “amichetti” dopo una partita di pallone e qualche giro sull'altalena.
Amato non solo dai bambini, ma anche dagli adolescenti e dai grandi.
Si scarta in fretta per leggere entrambe le barzellette (che sappiamo già essere brutte, ma finiamo per ridere lo stesso), e poi si sceglie se cominciare a mordere dalla panna o dallo zabaione, per poi arrivare al cacao che sta nel mezzo.
Il biscotto, se lo si mangia troppo lentamente, finisce per rimanere attaccato alle dita.
Come diceva la pubblicità “10 morsi 10”

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