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Una Sorella: disegnare i ricordi

Ci sono tanti modi di parlare di una storia semplice, quello più usato è forse "nella maniera superficiale"
Ma non è detto che se ci troviamo di fronte a una vicenda elementare anche lo stile espositivo debba andare di pari passo. Bastien Vivies è un ottimo esempio di questo, da poco pubblicato per Bao Publishing "Una Sorella" è arrivato a Lucca e fidatevi quando vi diciamo che non c'è niente di più semplice della storia di questo volume.
Però semplice non è sinonimo di banale e soprattutto in questo caso non è sinonimo di superficiale. Bastien prende gli ingredienti che conosciamo bene tutti e li mescola in una terrina che mille volte abbiamo visto, ma nonostante ciò riesce a creare un impasto che magari ha un sapore che abbiamo già sentito sul nostro palato, però con una forma che mai avevamo pensato quel pane potesse avere.

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E allora è un morso nuovo quello che è costretta a fare nostra bocca, e forse anche grazie a questo cambia un po' il sapore.
Una Sorella” parla di una ingenua storia d'amore, anzi più che d'amore di curiosità, curiosità sessuale, quella voglia di scoprire propria degli adolescenti, dei ragazzi, quella che solo pochi a adulti è rimasta: la capacità di saper giocare con la sessualità.
Estate: due famiglie sotto lo stesso tetto, in vacanza. 
Un ragazzo, il suo fratellino e una ragazza più grande.
Costretti a dividere la stessa stanza, il caldo, pochi vestiti, la noia di lunghe giornate che non passano mai.
Helene e Antoine vivranno così i primi turbamenti insieme. Nati dalla ingenua quotidianità, come durante un viaggio in bici con troppi scossoni.
Ma la vera magia di “Una Sorella” avviene con l'unione del tratto di Vivies con la trama, Bastien riesce a mettere in scena la vicenda, vignetta dopo vignetta, semplicemente abbozzandola con pochi tratti. Macchie di colore su una tela bianca di ricordi, solo negli snodi cruciali il tratto diventerà più particolareggiato, sottolineando l'importanza degli occhi di Helene o delle sue labbra ad esempio, o delle mani di Antoine.
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Questa maniera di esporre si avvicina incredibilmente al modo in cui noi ricordiamo il nostro passato, specialmente proprio quelle estati lontane fatte d'amore e di scoperta.
Ci focalizziamo su emozioni, dettagli e sapori. La storia poi non importa, le pagine si mescolano trasformando quella storia tanto complicata in qualcosa di semplice, ma le vignette, le vignette quelle rimangono sempre.
Bastien sa cogliere esattamente quegli attimi di morbosità, ma naturali, che hanno definito la nostra crescita sessuale. E riesce a riproporli su carta così da poterli rivivere ancora ancora.
Questo è un regalo unico, il nostro consiglio è di accaparrarvi una copia e leggerlo tutto d'un fiato, viverlo come un'antica conquista di un'estate lontana. 
Momenti persi del passato ma ancora profondi come il mare.
Molte opere di Bastien sono state tradotte in italiano, ma alcune, forse le più interessanti, devono ancora vedere la luce. “Una Sorella”, che faceva parte di questa lista, è giunta a noi e non lasciatevela scappare mentre attendiamo “Los Melones de La ira”.

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