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X-Men ’97 è una serie animata solo per i nostalgici degli anni ’90? | Recensione

Chi guida gli X-Men? Anche il chatbot AI più scarso e meno Nerd del mondo dovrebbe saper rispondere a questa domanda. Ma nella nuova serie animata su Disney+, la risposta non è facile come sembra. Marvel ci riporta negli anni Novanta con l’uscita di X-Men ’97, di cui abbiamo visto i primi tre episodi in anteprima per raccontarvela in questa recensione. E ci catapulta subito dopo gli eventi degli Insuperabili X-Men, serie amatissima da tantissimi appassionati — ma che noi non abbiamo mai visto.

Prima di guardare la serie, non abbiamo voluto nemmeno recuperare con Wiki o riassunti il succo delle trame della serie. Una scelta deliberata per capire se X-Men ’97 fosse una serie per tutti i fan Marvel, o solo per i nostalgici dei cartoni animati di fine secolo scorso. E la risposta è complicata quanto quella iniziale su chi guida gli X-Men.

La nostra recensione di X-Men ’97

Gli anni Novanta furono un periodo d’oro per le serie animate. Non c’era certo la varietà che troviamo nell’era dello streaming. Ma dalla comicità irriverente dei Simpson alle atmosfere noir della serie di Batman, la qualità era davvero elevata.

E gli Insuperabili X-Men (o X-Men: The Animated Series in lingua originale) si sono presi un posto di rilievo fra questi prodotti dal grande impatto culturale. Anche chi come noi non ha mai visto la serie ha chiaro in testa il costume giallo di Wolverine, Ciclope e Jean Grey, ricorda la sedia fluttuante del professor Xavier, conosce Rogue, Jubilee, Gambit in quella iconica versione.

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recensione x-men '97 serie animata-min

Per questo motivo, sospettiamo che in tantissimi vogliano guardare X-Men ’97 già oggi, appena uscita. E molti lo faranno, come noi, senza recuperare la serie originale. Il problema è che la storia continua direttamente dopo la fine delle cinque stagioni della serie originale. E presenta quindi un mondo molto diverso da quello conosciuto da chi ha incontrato gli X-Men solo tramite film e fumetti.

SPOILER ALERT: Parleremo dell’ultima puntata della serie animata originale, perché la nuova serie inizia proprio da lì

Cosa è successo al mondo degli X-Men alla fine della serie originale?

Durante gli Insuperabili X-Men, conosciamo un mondo dove il contrasto fra mutanti e “semplici” umani è costante. Nei primi episodi vediamo gli X-Men combattere contro le Sentinelle, create per sterminare la “minaccia mutante”. Vediamo Magneto disilluso dalla promessa di pace di Xavier, che crede che la supremazia dei mutanti sia l’unico modo per garantirne la sicurezza. E poi conosciamo diversi nemici, come Sinistro — che si appropria dei poteri dei mutanti per il proprio interesse personale. Uno scenario conosciuto per chi ha familiarità con gli X-Men, almeno fino a quando il finale della serie cambia tutto.

Nell’episodio Graduation Day (Xavier addio nella versione italiana), durante un vertice sulle relazioni tra umani e mutanti, Henry Gyrich colpisce il Professor Xavier con un dispositivo che sovraccarica la sua telepatia, mandandolo in coma. Per salvarlo, anche Magneto mette da parte i propri progetti di conquista e sfrutta i poteri dello stesso Xavier per chiamare Lilandra, vecchia fiamma del professor, che con la tecnologia aliena Shi’ar potrebbe salvarlo. Ci riescono, ma per farlo il professore deve lasciare per sempre la Terra.

Marvel stessa ha riassunto tutte queste trame nel video qui sotto.

Recensione: Chi guida gli X-Men ’97?

La nuova serie animata riparte proprio da questo momento, che sembra il filo conduttore dei primi episodi. Cosa succede agli X-Men, ora che il professore non c’è più? Ha ancora senso chiamarli X-Men se manca Xavier?

Queste domande portano i fan della vecchia serie animata indietro nel tempo, come se fosse una semplice continuazione della storia che hanno amato. Ma al tempo stesso, diventa un gancio perfetto per chi come noi non l’ha mai vista. Anche se non abbiamo visto il professore andare via, conosciamo il valore che la sua figura ha nel mondo Marvel. Quindi capiamo benissimo la sofferenza di Ciclope, che si trova suo malgrado a guidare gli X-Men proprio mentre sua moglie Jean Grey sta per partorire loro figlio.

recensione di x-men '97 serie disney+-min

Ma ancora più interessante diventa il finale della prima puntata, dove scopriamo che il testamento del professor Xavier ha più di una sorpresa per gli X-Men. Non entriamo nei dettagli, ma abbiamo apprezzato i vari livelli di complessità in uno show che vuole restare comprensibile e godibile per i ragazzi, ma che affronta diverse tematiche di un certo peso.

Per chi ha nostalgia dei 90s, ma non solo

X-Men ’97 nasce come un prodotto per chi sente la nostalgia della serie animata — e non fa nulla per nasconderlo. Anche solo guardando il breve riassunto proposto da Marvel su YouTube, abbiamo capito retroattivamente che molte frasi negli episodi che abbiamo visto erano citazioni e riferimenti. Ma anche chi quei collegamenti non li capisce può apprezzare l’azione ben disegnata e le trame semplici ma d’impatto.

x-men '97 recensione serie animata-min

Gli autori non ci introducono i personaggi come se fosse la prima volta che li vediamo. Ma dai dialoghi capiamo facilmente le relazioni fra loro e quali poteri abbiano. All’inizio eravamo un po’ spaesati, ma presto abbiamo iniziato a seguire più facilmente quello che stava succedendo sullo schermo. Anche cogliendo riferimenti a personaggi Marvel che conosciamo dai fumetti (per esempio, con la gravidanza di Ciclope e Jean Grey).

X-Men ’97 non fa parte del canone MCU, quindi i fan dell’universo cinematografico non devono sentirsi obbligati a recuperarla. Ma ci pare che la serie ponga abbastanza interessanti interrogativi da continuare a guardarla quando usciranno i prossimi episodi. Con il licenziamento dello showrunner non sappiamo quanto a lungo durerà questo reboot della serie, ma siamo convinti a seguirla almeno per questi primi dieci episodi. E, dobbiamo ammetterlo, un po’ ci è venuta voglia anche di recuperare gli Insuperabili X-Men.

Voi siete fan di lunga data della serie animata, o come noi semplici curiosi? Fatecelo sapere nei commenti.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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