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Yakuza – Il cammino del Drago di Dojima

Si potrebbe fare una lista enorme di titoli di grandissimo valore che per anni sono stati tenuti ai margini del mondo videoludico occidentale per vari motivi, ad esempio per un fattore culturale troppo distante dai nostri standard, ma soprattutto per la poca voglia dei publisher di investire e far conoscere il loro prodotto anche a noi “barbari” dell’ovest. Per la serie Yakuza è stato così per molto tempo: ogni capitolo è sempre uscito con parecchio ritardo rispetto alla controparte nipponica (basti pensare che ci sono voluti 3 anni per portare il quinto episodio da noi) e spesso veniva additato come “il GTA giapponese”, nonostante i punti in comune con la serie di Rockstar siano davvero pochi. In realtà la serie, che in originale è conosciuta come Ryu Ga Gotoku (tradotto “Come un Drago”), si ispira al grande Shenmue, sempre realizzato da Sega. Troviamo infatti molti più punti in comune con questo storico titolo: dai combattimenti principalmente basati sulle arti marziali al mondo di gioco liberamente esplorabile e pieno di mini giochi e attività secondarie, fino alle trame avvincenti e dallo spiccato taglio cinematografico.
Il primo capitolo di Yakuza uscì in Giappone nel 2005 e un anno più tardi da noi; in quell’occasione abbiamo fatto conoscenza con il leggendario Kazuma Kiryu, conosciuto anche come il “Drago di Dojima”, membro del clan Tojo e Yakuza della vecchia scuola. Dopo 10 anni di prigione, scontati per coprire il suo più caro amico in un caso di omicidio, torna in un mondo completamente diverso da quello che conosceva, un mondo in cui l’onore e l’orgoglio, valori fondamentali insegnatigli dal suo patrigno (Shintaro Fuma, colui che lo ha iniziato alla vita nel clan Tojo), sono stati messi da parte per questioni di denaro e altri affari loschi. Da qui inizia l’epopea di uno Yakuza alla vecchia maniera in un mondo moderno, fra combattimenti mozzafiato, innumerevoli colpi di scena e personaggi che resteranno per sempre nella memoria di chi ha vissuto le gesta videoludiche di questi gangster giapponesi. Nel corso degli anni sono usciti ben sei episodi della saga principale, un prequel chiamato Yakuza 0 e tre spin off, di cui due ambientati nel passato storico giapponese e un terzo a tema zombie, chiamato Yakuza Dead Souls.
La forza della saga, che le ha permesso di andare avanti così a lungo, sta nell’amalgamare perfettamente gameplay, trama e ambientazioni.
Chi è stato in Giappone, precisamente a Tokyo, riconoscerà subito che il quartiere dove si svolge gran parte della storia, nel videogioco chiamato Kamurocho, è in realtà il quartiere di Kabukicho di Shinjuku. Camminare per le strade che compongono la mappa di gioco di Yakuza sarà quasi come passeggiare in una reale via giapponese, data la cura per i dettagli che gli sviluppatori hanno riposto nel ricreare le ambientazioni. Chi ha fatto almeno un viaggio in Giappone, inoltre, proverà quasi sicuramente un sentimento di nostalgia nel fermarsi in uno dei “conbini” (i minimarket aperti 24 ore su 24) presenti all’interno del gioco per comprare una bibita dal dubbio gusto. Oltre alla fedeltà delle ambientazioni, che di capitolo in capitolo si sono espanse anche in altre città nipponiche, includendo Osaka, Okinawa e altre località, la forza del mondo “aperto” del gioco è l’incredibile quantità di mini giochi e attività secondarie disponibili.
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Dalle sale giochi con veri videogiochi funzionanti per un effetto “inception” (nel sesto capitolo c’è addirittura la versione completa di Virtual Fighter 5), ai Batting Center dove poter giocare a Baseball, fino ai classici giochi da tavolo giapponesi come il Mahjong, Shogi, dadi o l’immancabile gioco di pesca; i mini giochi presenti all’interno del titolo sono tantissimi e ognuno con un gameplay ben realizzato. Non contiamo poi le innumerevoli quest secondarie presenti, in cui il nostro protagonista dovrà aiutare dei cittadini in difficoltà, spesso con diverse sottotrame legate a un personaggio secondario. Esistono poi dei grandi classici presenti in ogni titolo, come la presenza di hostess club, dei locali in cui si può pagare per avere la compagnia di una o più donzelle con cui chiacchierare e bere, senza implicazioni sessuali forzate, o l’arena di combattimento, dove il nostro Kazuma dovrà affrontare avversari sempre più forti per diventare il combattente numero uno; più molti altre attività che variano di titolo in titolo, come la possibilità di gestire il proprio hostess club o quello di formare una nostra gang. Se la storia principale si può finire in una ventina d’ore di media, le attività secondarie portano ogni capitolo a durare molto di più, superando anche le 100 ore se si vuole completare tutto al 100%.
Altro marchio di fabbrica di Yakuza è il combat system, da sempre un action nello stile dei classici beat’em up. Due le caratteristiche più famose delle battaglie: l’interazione con l’ambiente, che ci renderà possibile usare armi improvvisate come coni stradali, mazze e persino biciclette e moto da lanciare contro gli avversari, e l’Heat Action, una speciale barra che una volta riempita permetterà al nostro personaggio di eseguire mosse speciali violentissime, e spesso anche queste cambieranno sfruttando l’ambiente circostante.
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Infine, l’aspetto più importante consiste nei personaggi che vanno a comporre le storie che si sono susseguite negli anni. Oltre Kazuma abbiamo infatti avuto una serie di comprimari caratterizzati ottimamente, a cominciare da Goro Majima, il “cane pazzo degli Shimano”, introdotto come un folle avversario del nostro protagonista e poi diventato un alleato/rivale. Majima è un personaggio ricorrente nel titolo, così amato dai fan da venire inserito come personaggio giocabile nel capitolo 0 e nello spin off Yakuza Dead Souls. Abbiamo poi Haruka, la figlia adottiva di Kazuma, spesso motore degli eventi della trama (come ad esempio l’incidente che l’ha ridotta in fin di vita nel sesto episodio); ragazza gentile e matura per la sua età, è sempre stata un grosso sostegno per Kazuma e per tutte le persone che le sono state vicino. È anche possibile utilizzarla nel quinto episodio, dove rappresenta l’unico personaggio femminile e non combattente giocabile. Gli intrecci ricchi di colpi di scena e degni del miglior film sulla malavita giapponese sono resi possibili grazie all’eccellente scrittura di ognuno dei comprimari di Kiryu, e Sega non ha mai deluso sotto l’aspetto della trama.
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Ormai siamo giunti al sesto capitolo della saga, che conclude definitivamente le vicende del Drago di Dojima dopo ben quindici anni di storie. Sicuramente un duro colpo per i fan della serie affezionati al personaggio, ma necessario per andare avanti. Yakuza è sempre stato infatti soprattutto la storia di Kazuma Kiryu, forse per molti poco conosciuto, ma indubbiamente uno dei personaggi più affascinanti del mondo videoludico. La sua espressione sempre corrucciata, che in realtà nasconde un uomo dal cuore d’oro, i suoi violenti pugni e calci, rivolti sempre verso chi compie delle ingiustizie, la sua voce profonda e carismatica, merito del grande doppiatore Takaya Kuroda, lo hanno reso uno fra i protagonisti più carismatici e amati, prima in Giappone e poi anche da noi. Nessuna storia può durare per sempre ed è dunque giusto che anche Kazuma vada in pensione dopo un’intensa vita videoludica che ci ha regalato tante emozioni. La saga infatti continuerà, ricominciando da un nuovo protagonista chiamato Ichiban Kasuga, nel progetto Shin Ryu Ga Gotoku, di cui sappiamo ancora pochissimo. Sarà dura non avere più il controllo di Kiryu nel prosieguo della serie, ma se amate le belle storie è giusto che la sua si concluda così come succede in questo sesto episodio.
Yakuza è una serie di grande qualità, diventata un cult per molti appassionati: se vi abbiamo incuriosito in queste righe vi consigliamo di darle un’occhiata più approfondita. Se volete un punto di inizio, recentemente è anche uscito Yakuza Kiwami, rifacimento del primo capitolo migliorato sotto ogni aspetto. Nel frattempo noi fan di lunga data salutiamo un’ultima volta il grande Kazuma Kiryu e ci teniamo pronti ad accogliere Ichiban Kasuga nel futuro della serie. Intanto non vediamo anche l’ora che venga annunciata l’uscita occidentale di Hokuto Ga Gotoku, spin off con protagonista il mitico Kenshiro, in un’avventura che fonde le meccaniche di Yakuza con la storia e i personaggi di Hokuto no Ken, e l’idea a noi piace incredibilmente.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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