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Zootropolis: un piano regolatore

Parlando di Zootropolis (Zootopia in originale, per una storia di diritti Europei) vorremmo togliere qualche sassolino dalla scarpa prima di affrontare la tematica che ci interessa sul serio.
Zootropolis è un film riuscito, intrattiene, diverte e stupisce proprio come un film Disney dovrebbe fare. Spanne sopra Big Hero Six, ci regala una comicità dedicata non solo ai bambini, tra la trama semplice si nasconderanno infatti numerose citazioni dai polizieschi degli anni 70-80 che nessun bambino potrebbe apprezzare.
Partendo da Judy Hops, la novella Soldato Jane che dovrà lottare contro gli stereotipi per essere presa sul serio.
Ecco, una cosa che abbiamo particolarmente apprezzato “dell'indagine” è che, fin da subito, Disney vuole mettere le mani avanti facendo di tutto per sottolineare che non si tratterà di stereotipi “maschio/femmina” ma di cliché riguardanti le capacità fisiche delle specie.
Questa attenzione sarà evidenziata dalla scelta di mostrare personaggi come  L'orso femmina allenatrice di Judy o colleghe Tigri del distretto, il punto chiave non è che la protagonista è una “ragazza” ma che è un coniglio.
Particolare parentesi va aperta per Gazelle, la versione animalesca di Shakira: scelte del genere legate ai VIP di solito gravano sulla sceneggiatura in maniera lacerante ma, fortunatamente, non è questo il caso.
La tematica musicale (come spesso accade in casa Disney) è inserita con saggezza, niente personaggi canterini e la canzone di Shakira non viene letta come una forzatura alla storia nonostante ci sia - l'ovvia - scena del concerto dove tutti i personaggi si ritroveranno a ballare.
La nota dolente l'abbiamo aggiunta noi con l'adattamento e il doppiaggio, stranamente questa volta si è deciso di sfruttare nomi di richiamo più che “doppiatori professionisti” per i personaggi di contorno della pellicola. 
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Nomi come Frank Matano e Paolo Ruffini compariranno brevemente e all'improvviso con voci stridule e forzate e accenti livornesi senza giustificazione, perfino Abatantuono non avrà un vero motivo di essere.
Ora arriviamo a quello che davvero ci ha colpito della pellicola: la città, l'architettura, il “piano regolatore” di Zootopia. Era dai tempi di Robin Hood della Disney che non vedevamo animali antropomorfi inseriti in un contesto cittadino e trattati con tale serietà e, questa volta, non è bastato pero fare porte abbastanza larghe sia per volpi che per rinoceronti.
Si è dovuta costruire e progettare una città idonea e efficiente sia per Ippopotami che per Pecore, ed è questo quello che illumina lo spettatore attento.
Il lavoro di progettazione e di design per rendere in qualche modo credibile una società per specie così differenti e che devono coesistere è stato certosino e ricercato, perle come i sottopassi stradali per i topi, le differenti entrate della metro per i lemmings, i distributori facilitati per giraffe sono solo alcuni esempi che sapranno stupirvi.
Noi di ON vi consigliamo Zootropolis senza troppe riserve, passere una serata in perfetto stile Disney il 18 Febbraio, l'unica vera nota dolente è che gran parte delle gag della pellicola sono state già “bruciate” dalle numerose clip e dai trailer.
Noi vi abbiamo avvisato!
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