Airpod: l’auto ad aria compressa

E' un tagliaerba? E' un uovo alieno? E' una cabinovia? No, è un'automobile ad aria compressa!
Avete letto bene, sì. Aria compressa. Non fate quella faccia, e soprattutto risparmiatevi di dire ad alta voce tutte le battute scontate sull'aria compressa che vi frullano nel cervello in questo momento. Non fanno ridere, l'assist è troppo facile.
Questa tecnologia per niente innovativa e relativamente elementare – molto relativamente – è una delle tante possibili soluzioni messe in campo dal magico mondo dell'ingegneria per ridurre – e possibilmente azzerare – l'impatto ambientale dei nostri continui, pigri spostamenti da casa al supermercato, alla fumetteria, al cinema. Ma, chissà come mai, nessuno credeva che avrebbe mai visto concretamente la luce, e tantomeno che sarebbe mai approdata in un concessionario.

E invece la Tata, casa produttrice indiana piuttosto importante in madrepatria, ha scommesso molto su questo progetto e ha creato l'AirPod. Di nuovo, risparmiatevi il sarcasmo facile. Avrebbero potuto fare un po' di meglio per il nome, sì. Avrebbero potuto spremersi di più le meningi e tirare fuori qualcosa di brillante. E magari lavorare un po' di più sul design un tantino desolante. Ma insomma, sono Indiani, nei loro film la gente canta in continuazione e i cavalli passano in scivolata sotto ai camion, ma forse siamo noi "Quelli strani".
Comunque, la sostanza non è niente male, perché questa citycar monta un dispositivo di compressione dell'aria che permette al veicolo di generare energia elettrica e di raggiungere gli 80 km/h. Non un motore vero e proprio, dunque, niente cavalli e niente centimetri cubici da snocciolare agli amici invidiosi, ma un generatore in grado, almeno in teoria, di produrre persino un surplus di energia elettrica da utilizzare per la casa, tipo take-away.
Nel prossimo futuro sono previsti anche una berlina, una mini-car, un trattore e un autobus, che naturalmente monteranno sistemi ancora più capaci e potenti, e che di fatto renderebbero questi veicoli quasi equivalenti ad un'automobile tradizionale, in termini di prestazioni.
L'AirPod è talmente ecologica che un motore ce l'ha, sì, ma elettrico, e solo per le emergenze, vale a dire per quando la riserva d'aria si esaurisce. L'autonomia è stimata attorno ai 220 km, che non è male per un'auto pensata per stare in città, e che avrà di certo degli ampi margini di miglioramento. Calcolando che per fare il "pieno" ci vogliono circa due minuti, e altrettanti euro, il gioco sembra valere la candela.

L'AirPod sbarcherà sul mercato Lussemburghese fra un anno circa, e chi di voi è più impaziente potrà pensare di acquistarla su internet, in attesa di vederla fare capolino dalle vetrine del concessionario vicino a casa. Il prezzo è tutt'altro che proibitivo: si parla di 7.000 euro per la citycar, e poi a salire per i modelli più importanti. Ora non resta che aspettare la risposta del mercato che come al solito, quando si tratta di tecnologie distanti dal petrolio, tende a dare risposte un po' troppo timide. L'auto si potrebbe ricaricare comodamente a casa, ma sono previsti dei "benzinai" per effettuare la ricarica anche durante i viaggi. Ammesso che non entrino in gioco dei poteri e degli interessi molto più grandi e forti. Vale la pena di crederci però, perché la scommessa è quella di mettere sulle strade un'auto realmente ecologica e realmente alla portata di tutti, di liberare il mondo dall'inquinamento del traffico e di riempirlo di, uhm, sgargianti macchinette dalle forme imbarazzanti, con tutta evidenza.