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Fullmetal Alchemist: due serie sorelle divise da strade diverse

Dopo la recente vittoria come manga più apprezzato in Giappone, parliamo delle due sue serie animate

Poco più di un mese fa la rivista Weekly Shonen Jump ha proposto a più di seicentomila lettori di selezionare i cinque manga che più hanno influito sulla loro vita. Il sondaggio, protrattosi nelle due settimane seguenti, ha sancito una speciale top 50, su cui troneggia primo fra i grandi il manga Fullmetal Alchemist. L’opera scritta e disegnata da Hiromu Arakawa ha sbaragliato una concorrenza importante, fatta di vendite record e ascolti senza freno; come e perché ci siamo chiesti noi? A distanza di diciannove anni torniamo a parlare dell’opera e delle due trasposizioni animate, che per tanto hanno diviso i fan.

Fullmetal Alchemist: l’inizio è uguale per tutti

Se il manga è ben conosciuto (se così non fosse non è l’articolo che fa per voi, andate a leggerlo e poi tornate), discorso diverso è da farsi per le due serie animate che ne sono scaturite. La prima (Fullmetal Alchemist) vanta cinquantuno episodi trasmessi tra il 2003 e il 2004, mentre la seconda (Fullmetal Alchemist Brotherhood) conta sessantaquattro episodi trasmessi tra il 2009 e il 2010. Uno scarto minimo se si conta che i due prodotti sono estremamente diversi. La base di partenza è la stessa, il manga-madre, ma per ragioni di tempistiche e di sovrapposizione la prima serie animata è stata costretta a prendere la deriva indipendentista dopo poco, pur mantenendo gli scenari e i background originali. Fullmetal Alchemist Brothehood invece arriva ad opera quasi conclusa e lo fa per rispetto di fedeltà del manga, lo fa per spolpare ancora una volta un cavallo vincente, lo fa per alimentare la fiamma dei fan.

Fullmetal Alchemist 3

Due sorelle, divise da strade diverse

Proprio perché la prima serie è stata mandata in onda quando ancora il manga era nelle prime fasi di sviluppo, Fullmetal Alchemist è la sorella che si è allontanata da casa, zaino in spalla, in cerca di fortuna. Dopo poco meno di una decina di episodi diventa un prodotto originale. L’antagonista non è più il Padre, ma Dante (aspirazioni di immortalità e potere li accomunano), Hohenheim è sempre immortale ma il suo ruolo passa da pedina ad alfiere tra una serie e l’altra, e gli Homunculus cambiano origine e modo di morire ma mantengono quelle caratteristiche uniche per cui li abbiamo odiati e amati. Alcune dolorose scene sono ancora impresse nella nostra memoria, “sta piovendo”. Le differenze tra le due figlie, chi è rimasta a casa e chi si è avventurata verso l’ignoto sono molte di più, alcune agli antipodi, ma questo non toglie che il manga-madre sia di qualità e abbia dato alla luce figlie con lo stesso tratto.

FMA e FMAB: così diverse nell’essere così simili

Fullmetal Alchemist Brotherhood è la figlia che è rimasta a casa, la serie che più è fedele al manga, nella sua trasposizione, nei suoi momenti chiave, nel significato dell’autrice. È stata la figlia prediletta che non può lasciare insoddisfatti gli amanti del manga, nemmeno per un secondo, poiché racconta la lezione insegnata. A distanza di quasi due decenni, guardando il ritorno dell’altra figlia, però non possiamo condannare chi ha tentato un’altra via. Entrambe le versioni sono curate da team creativi con momenti visivamente eccezionali. L’uso del colore, delle atmosfere, dell’animazione e design morbidi, abbracciano la visione e rendono i combattimenti chicche da video su YouTube. Entrambe le serie sono più complicate di quello che appaiono all’inizio, come grandi puzzle dove alla fine l’ultimo pezzo ti fa saltare di gioia.

Fullmetal Alchemist 2

La storia fatta dai personaggi

Discorso a parte va fatto per tutti i personaggi che si intervallano nel corso delle due serie. Alcuni sono praticamente identici come personalità, altri differiscono e alcuni sono addirittura assenti. Sono scritti bene. Sono in grado di legarti alla storia, alla loro storia, e piangere per loro, senza parlare delle urla di vittoria. Fanno il loro dovere e lo fanno combattendo, parlando e anche perdendo. Nota a parte per la colonna sonora di Michiru Oshima che dovrebbe essere in almeno una delle vostre playlist di Spotify.

Fullmetal Alchemist: il primo posto è meritato

In conclusione potremmo stare qui ore a discutere sul perché e sul percome certe cose andrebbero fatte. Potremmo discutere se sia meglio la prima o la seconda, potremmo perdere tutto il tempo che volete, ma alla fine quando la madre si siederà a tavola con entrambe le figlie ringrazierà soltanto di poter chiaccherare con loro, ringrazierà di aver raccontato la sua storia a più gente possibile, ringrazierà di aver diffuso la Verità. Perché la Verità dà agli uomini giusta disperazione affinché non diventino troppo superbi, cit.

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Mattia Russo

Laureato in Comunicazione, Marketing e Pubblicità per farla breve, e aspirante giornalista. Curioso per natura, dalla vena impicciona, tendo a leggere qualsiasi cosa, con un'inclinazione al fantasy. Non sono uno che ama i silenzi e parlo troppo. Pace.

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