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Black Panther: Wakanda Forever, and ever | Recensione

La nuova avventura nel Wakanda è uno dei film più emozionanti del Marvel Cinematic Universe

Black Panther: Wakanda Forever è il nuovo film del Marvel Cinematic Universe, il terzo uscito nel 2022 insieme alle diverse serie TV su Disney+. Un franchise che ha fatto della sua Fase 4 un momento in cui sperimentare e che con questa nuova avventura in Wakanda cerca ancora strade nuove. Toccando vette che non si vedevano da diverso tempo. Ma non bruciamoci tutto in apertura e addentriamoci nella nostra recensione di Black Panther: Wakanda Forever.

Recensione Black Panther: Wakanda Forever, la sfida del testimone

Se da una parte questo film è uno dei primi prodotti del MCU a non aver subito particolari stravolgimenti dovuti alla pandemia, dall’altra si è trovato ad affrontare una situazione comunque complessa. La scomparsa di Chadwick Boseman, interprete originale di T’Challa, ha ovviamente segnato tutta la produzione, obbligando a un cambio di rotta importante.

Il film non ci gira intorno, ma va dritto al cuore subito. Gli eventi sono concitati e frenetici, fino al momento in cui ci si scontra con la realtà. E così il Wakanda diventa una Nazione in lutto, che ha perso il suo sovrano, guida e protettore. Tutto ricade sulle spalle della regina Ramonda e della principessa Shuri, chiamate a sostenere il Paese in questo momento così difficile.

Il ricordo di T’Challa (e di Chadwick Boseman) permea in qualche modo tutto il film, guidando le azioni di tutti i suoi protagonisti. Ma allo stesso tempo, Black Panther: Wakanda Forever va molto oltre, creando una storia complessa con una posta in gioco estremamente alta. I due filoni si mescolano alla perfezione, riuscendo a bilanciare le necessità narrative con quelle emotive.

E una simile abilità di bilanciamento avviene con il personaggio di Namor. Una figura che è in molti aspetti diversa da quella dei fumetti, ma che riesce a trovare un raro equilibrio tra villain ed (anti)eroe. Una figura tragica, che riesce a mettere straordinariamente in difficoltà i protagonisti non soltanto dal punto di vista fisico, ma soprattutto morale. E tanto quanto gli eroi, anche gli spettatori si trovano in difficoltà, divisi tra ciò che è giusto e ciò che forse non è del tutto sbagliato.

Politico, personale e forse prolisso

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Una volta superato il prologo profondamente emotivo, Black Panther: Wakanda Forever scopre le carte e rilancia rispetto al precedente capitolo. Se già la prima avventura in Wakanda aveva forti connotazioni politiche, qui il messaggio arriva ancora più forte e più chiaro fin da subito. E non è da escludere che possa essere solo un preludio a maggiori sviluppi in questo senso nel futuro del franchise.

Questa pellicola peraltro spicca in rapporto al resto del Marvel Cinematic Universe. Si accennava più sopra al fatto che sia un proseguire la fase sperimentale e qui ci troviamo davanti a un’opera che per gran parte del suo minutaggio abbandona la tanto chiacchierata “formula Marvel“. Basti pensare che ci vuole più di mezz’ora prima di trovarsi davanti a un momento leggero, al contrario della tradizionale mitragliata di battute che caratterizza il franchise da tempo. Anzi, paradossalmente i suoi punti meno convincenti sono proprio quelli in cui cerca di “rientrare nei ranghi” e recuperare quella leggerezza tipica del MCU, ponendo le basi per gli show e film che seguiranno.

Non solo, ma Black Panther: Wakanda Forever è uno dei primi tentativi in tempi recenti di andare oltre il semplice prodotto e creare un vero e proprio film. Dal comparto artistico a quello tecnico, c’è un impegno concreto per realizzare qualcosa che sia visivamente impressionante. Un lavoro che possa lasciare un segno anche oltre i confini tradizionali dei cinecomic.

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Forse è semplicemente un modo per provare a capitalizzare sugli ottimi risultati critici del primo film e ripeterne l’exploit. Tuttavia dobbiamo dire che siamo rimasti straordinariamente colpiti, confermando l’impressione avuta dai trailer. In particolare c’è da segnalare un’interpretazione assolutamente fuori scala da parte di Angela Bassett che fa molto di più della semplice parte da “attrice di alto calibro per dare prestigio a un film commerciale”.

Di contro, dobbiamo ammettere che la durata del film, che si posiziona al secondo posto della classifica dei più lunghi del franchise, si fa sentire e non è completamente giustificata. In alcuni momenti si indugia molto su alcune sequenze, fin troppo. Ma davanti a una tale intensità visiva, si può certamente chiudere un occhio. O meglio, tenerli entrambi belli spalancati.

Black Panther: Wakanda Forever è ambizioso e impressionante

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Photo by Eli Adé. © 2022 MARVEL.

Se già dai primi trailer avevamo l’impressione che questa pellicola fosse qualcosa di diverso per il franchise, dopo averla vista possiamo rilanciare questa convinzione. Black Panther: Wakanda Forever entra di diritto tra i capitoli migliori del Marvel Cinematic Universe. Un’opera che è toccante nel suo omaggiare e ricordare uno dei più grandi attori degli ultimi anni. Un titoloche punta a essere qualcosa di più di una semplice nuova aggiunta alla grande narrazione della Casa delle Idee.

Siamo decisamente in un territorio completamente diverso da quello che è il film immediatamente precedente nella saga, il contestato Thor: Love and Thunder. E se nel farlo si prende qualche decina di minuti di troppo, non è un grosso problema, perché siamo i primi a voler indugiare ancora un po’ sullo splendore del Wakanda e di Talocan.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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