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Il Ciclo delle Fondazioni, il capolavoro letterario di Isaac Asimov

Foundation approderà presto su Apple TV+, ecco la storia editoriale del Ciclo di Asimov

Isaac Asimov è un nome leggendario, che è diventato sinonimo di fantascienza. Esitiamo ad utilizzare termini iperbolici come “mostro sacro” o “pietra miliare”, perché portano spesso ad una mitizzazione esagerata, ma in questo caso facciamo davvero fatica: Asimov è il mostro sacro della fantascienza americana, e molte delle sue opere sono a ragione considerate veri e propri punti di svolta del genere. La sua opera magna, la saga che più di ogni altra lo ha consegnato nell’olimpo degli scrittori di fantascienza, è probabilmente il Ciclo delle Fondazioni, la cui composizione ha impiegato buona parte della sua vita: partendo da una serie di racconti negli anni Quaranta, Asimov ha arricchito il complesso affresco di storia galattica con romanzi, prequel, sequel, arrivando infine a collegare tutti gli altri suoi cicli narrativi e a creare una vera e propria summa della sua inesauribile creatività.

ciclo delle fondazioni

Il Ciclo delle Fondazioni verrà proposto come serie da Apple TV+. Vi diremo presto cosa ne pensiamo, ma come di consueto ci teniamo a raccontarvi da dove tutto ha avuto inizio. Il Ciclo delle Fondazioni inizia con la vicenda di Hari Seldon, alto funzionario dell’Impero Galattico, fondatore e maggior esperto della disciplina della psicostoria. La psicostoria permette di tracciare delle previsioni matematicamente accurate dei risvolti storici di intere civiltà, e grazie ad essa Seldon ha previsto che l’ormai decadente Impero sarebbe crollato, precipitando la galassia in un’epoca di caos.

Sapendo di non poter prevenire questo epilogo, Seldon si mette invece all’opera per far sì che dalle ceneri dell’Impero qualcosa possa nascere in grado di strappare l’umanità dalla barbarie: la Fondazione, una piccola colonia di studiosi e scienziati con il compito di preservare la conoscenza dell’umanità e fondare le basi per la ricostruzione. Usando la psicostoria,

Seldon riesce anche a prevedere i momenti di crisi che questa illuminata comunità dovrà affrontare, e prepara una serie di registrazioni per guidarla verso il successo. Le “Crisi di Seldon” vengono gestite al meglio dai membri della Fondazione, fino a quando qualcosa accade, qualcosa in grado di scardinare e vanificare l’intero copione previsto da Seldon. La Fondazione dovrà ricorrere ad ogni sua risorsa, anche chiedere aiuto alla misteriosa, occulta Seconda Fondazione, per risolvere la crisi imprevista e tornare sul sentiero tracciato…

Il Ciclo delle Fondazioni, le origini editoriali

La storia editoriale del Ciclo delle Fondazioni inizia dal principio della carriera di scrittore di Asimov. Stiamo parlando degli anni Quaranta, quello che passerà poi alla storia come la Golden Age della fantascienza americana. Asimov, come la maggior parte dei suoi colleghi, era ormai da anni sotto l’ala protettrice e la guida ispirata di John W. Campbell, l’editore di Astounding Stories, una vera forza della natura.

Campbell è stato la innegabile spinta che ha portato autori del calibro di Heinlein, van Vogt, Herbert e lo stesso Asimov a formarsi e dare forma ad una fantascienza nuova, che andasse oltre al pulp sensazionalistico dove era stata relegata fin lì, ed offrire invece una letteratura intellettuale, davvero scientifica e al contempo attenta ai risvolti sociali e culturali nei futuri immaginifici degli autori.

Fu dopo una serie di incontri con Campbell che Asimov gettò le basi del suo universo galattico. L’idea iniziale, il concept proposto e approvato, era di raccontare la storia della caduta di un impero fatiscente, sul modello dell’impero romano, e degli sforzi di illuminati uomini di scienza di limitare i danni. Quest’idea prese la forma di otto racconti, pubblicati su Astounding fra il 1942 e il 1950, che vennero poi raccolti negli anni Cinquanta in una trilogia di romanzi dalla Gnome Press.

Asimov scrisse ulteriore materiale per contestualizzare e legare in modo organico quelli che erano essenzialmente racconti autoconclusivi, e il risultato fu Fondazione (o Cronache della Galassia) del 1951, seguito da Fondazione e Impero (o Il Crollo della Galassia Centrale) del 1952, e Seconda Fondazione (o L’Altra Faccia della Spirale) del 1953. Questi tre romanzi costituiscono il cuore del Ciclo della Fondazione.

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Gli anni Quaranta e Cinquanta costituiscono la prima, florida fase di Isaac Asimov come narratore di fantascienza. Si tratta degli anni della sua formazione sotto la guida di Campbell, ed è in questo periodo che l’autore pone tutte le basi, già straordinariamente consapevoli e coerenti, della sua produzione futura. In questi anni i racconti e i romanzi di Asimov si iniziano sempre di più ad organizzare, organicamente, in tre grandi filoni: il Ciclo della Fondazione, la saga di più ampio respiro, che racconta di una galassia interamente colonizzata dall’uomo, dominata da un potente Impero Galattico; il Ciclo dei Robot, che comprende i leggendari racconti ambientati sulla Terra con la nascita dei robot positronici governati dalle mitiche Tre Leggi della Robotica, ma anche due romanzi, Abissi d’Acciaio e Il Sole Nudo.

Questi romanzi sono dei polizieschi, e vedono i due protagonisti, l’umano Elijah Baley e il robot positronico R. Daneel Olivaw, muoversi nel contesto delle colonie spaziali, una cintura di mondi prosperi e ricchissimi colonizzati e, per ora, dominati dal governo terrestre.

Infine l’intero Ciclo dell’Impero fu scritto in questi anni. Questi tre romanzi, Paria dei Cieli, Il Tiranno dei Mondi e Le Correnti dello Spazio, narrano di un futuro più lontano, in cui la Terra è un mondo radioattivo e abbandonato, e l’Impero di Trantor, quello che poi diventerà l’Impero Galattico, muove le sue prime mosse sullo scenario galattico. Questi tre cicli contengono molteplici elementi ricorrenti, dai nomi (lo stesso Impero Galattico, la capitale Trantor) alla tecnologia (i cervelli positronici e le Tre Leggi, i balzi iperspaziali, le fruste neuroniche), ma sono lungi dal costituire un insieme coerente. Per questo si dovrà attendere decenni.

Gli anni Ottanta e il ritorno alle Fondazioni

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Negli anni successivi Asimov si dedicò quasi esclusivamente alla sua opera di divulgazione, arrivando a scrivere una mole impressionante di saggi e manuali sui più svariati argomenti (non solo scientifici: ricordiamo la sua guida alla Bibbia!). Naturalmente la sua creatività vulcanica non si poté fermare completamente, ed è in questi anni che è stato scritto, ad esempio, Neanche gli Dei, uno dei suoi romanzi migliori.

Fu solo per insistenza delle sue case editrici che Asimov decise finalmente di tornare a mettere le mani sul materiale della Fondazione, negli anni Ottanta. In questo periodo scrisse L’Orlo della Fondazione e Fondazione e Terra, i due seguiti della trilogia, e Preludio alla Fondazione e Fondazione Anno Zero, i due prequel. Ma non solo: di questi anni sono anche I Robot dell’Alba e I Robot e l’Impero, seguiti e conclusione del ciclo dei robot. Tutti questi romanzi sono fondamentali nella produzione fantascientifica di Asimov perché portano a compimento quello che, abbozzatamente, era l’idea insita in tutta la narrazione precedente: arrivare a creare un unico, coerente universo narrativo in cui tutti i cicli convergessero e si completassero a vicenda.

Scopriamo quindi le vicende che portarono al definitivo abbandono della Terra da parte dell’umanità e la colonizzazione di tutto il resto della galassia oltre il gruppo dei pianeti spaziali, la progressiva perdita della nozione che la Terra era la culla dell’intera razza umana, l’abbandono dei robot positronici, oggetto di un tabù culturale inviolabile, la creazione della Legge Zero della Robotica e il ritorno di un insospettabile personaggio che tirerà le fila di Fondazione, Impero, spaziali e terrestri fino ad una conclusione epica.

La nostra curiosità verso l’interpretazione di Foundation è, per usare un altro termine per nulla iperbolico, sconfinata. Non vediamo l’ora di scoprire quali dei mille elementi di questo affresco epocale gli autori hanno deciso di proporre, e speriamo nel rispetto dell’opera originale. Fra il sensazionale DUNE e questo Foundation sembra proprio che la fantascienza classica stia vivendo un nuovo periodo d’oro, quindi che aspettate? Correte in biblioteca e mettetevi a leggere! Qualcosa ci dice che parleremo di questi capolavori per molto tempo!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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