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Baby Reindeer: la storia vera dietro il nuovo successo di Netflix

Baby Reindeer si basa su una storia vera: la nuova serie di Netflix racconta di fatti veramente successi al suo creatore, Richard Gadd. Che ha davvero avuto una stalker, che lo ha perseguitato per anni. E sebbene alcune vicende siano romanzate per effetto comico o drammatico, i personaggi della serie si ispirano a persone reali. Tanto che Gadd ha chiesto ai fan di smettere di indagare sulle vere identità delle figure chiave dello show — anche perché diversi troll stanno accusando persone che non c’entrano niente.

Baby Reindeer si basa su una storia vera: ma non cercate i suoi protagonisti

Il comico scozzese Richard Gadd ha già raccontato in passato la sua storia, in uno spettacolo teatrale pluripremiato, anch’esso chiamato Baby Reindeer. E già in passato ha avuto modo di dire alla stampa che i fatti nella storia, seppur romanzati, sono realmente accaduti.

SPOILER ALERT: Riassumeremo i punti principali della trama di Baby Reindeer

Una storia vera

Baby reindeer basato su una storia vera
Ed Miller/Netflix, © 2022 Netflix, Inc.

Il nome dello show deriva dal nomignolo che la sua stalker (interpretata nella serie da Jessica Gunning) gli aveva dato. In una delle oltre 40 mila email, oltre 350 ore di messaggi vocali, 744 tweet, 46 messaggi su Facebook, 106 pagine di lettere che ha inviato al comico nell’arco di circa tre anni. Durante i quali la donna in questione ha anche tormentato i suoi genitori, anche accusando ingiustamente suo padre di essere un pedofilo con i suoi colleghi.

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In un’intervista con The Independent, Gadd ha dichiarato: “Suppongo che la situazione riguardo, diciamo, i miei rapporti con la persona che mi ha stalkerato sono certamente terminati. Ma le ramificazioni emotive continuano”.

Durante la stessa intervista, Gadd ha anche specificato che l’altro grande trauma raccontato nella serie, il suo stupro da parte di un comico televisivo più vecchio di lui (nella serie, Tom Goodman-Hill), sono reali. Il modo in cui lo sceneggiatore lo ha aiutato nella sua carriera, per poi drogarlo e abusare di lui, si svolge in maniera simile a quanto visto nella serie.

Un puzzle della vita del creatore

Ma non sono reali solo i traumi. Gadd ha spiegato che una delle parti che preferisce della serie è come approccia il tema della bisessualità, qualcosa che non ha intenzione di nascondere anche riguardo la sua vita privata.

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Courtesy of Netflix, ©2024 Netflix, Inc.

Così come ispirata a fatti reali è la sua relazione con una donna transgender (interpretata da Nava Mau), che però spiega essere avvenuta prima degli altri fatti raccontati nella serie. “Ora è nella coscienza pubblica, ma a quei tempi, quando stavamo uscendo, sembrava tanto nuova da aggiungere una certa pressione, per me, di cui ora mi pento. Ma per questo la esploro nello show”.

Non c’è bisogno di cercare i personaggi nella vita reale

Il fatto che Baby Reindeer prenda ispirazione da una storia vera, implica che i personaggi della storia sia realmente esistiti. Cosa che ha spinto diversi fan a provare a “far giustizia” per conto di Gadd. Che, ovviamente, non vuole giustizieri e troll al suo fianco.

In una storia di Instagram del 22 aprile, Gadd ha scritto: “Le persone che amo, con cui ho lavorato e che ammiro (incluso Sean Foley) vengono ingiustamente coinvolte in speculazioni. Non è questo lo scopo del nostro spettacolo“.

Il riferimento a Foley arriva dopo che diversi troll hanno accusato, senza alcuna prova, lo sceneggiatore e regista di essere la persona responsabile dello stupro di Gadd. Foley ha già provveduto a denunciare alla polizia per diffamazione i troll, e il commento di Gadd sembra scagionarlo in pieno. Anzi, scagionarlo è un termine improprio: sembra confermare il fatto che le speculazioni di qualche troll siano fuori luogo e pericolose in un contesto tanto delicato.

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Courtesy of Netflix, ©2024 Netflix, Inc.

Anche per quanto riguarda la sua stalker, Gadd non vuole che i fan cerchino di scoprire la sua identità. Ha detto a GQ: “Abbiamo fatto di tutto per camuffarla al punto che non credo si riconoscerebbe”. Il creatore della serie pensa che fosse una “persona vulnerabilee considera lo stalking una questione di sanità mentale.

Il fatto che la storia sia veramente successa ha permesso a Richard Gadd di raccontarla in maniera onesta e viscerale, trasformando i traumi subiti in opere d’arte. Ma non ha prodotto una serie TV per chiedere ai fan di diventare a loro volta stalker di chi lo ha traumatizzato.

Baby Reindeer
  • Gadd, Richard (Autore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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