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Veleno: la storia di un dubbio | Recensione

Una delle inchieste più sconvolgenti degli ultimi anni debutta oggi su Prime Video

Correva l’anno 2017 quando Repubblica pubblicava un podcast che ha raccolto un successo eccezionale. Stiamo parlando di Veleno, un’inchiesta in sette puntate (a cui se ne aggiungerà una ottava mesi dopo) condotta da Pablo Trincia e Alessia Rafanelli. Ora, quattro anni e un libro che espande la vicenda dopo, il progetto si evolve in una nuova forma. Da oggi è infatti disponibile su Amazon Prime Video Veleno, un documentario in cinque episodi che racconta ed espande questa storia. L’abbiamo visto in anteprima e siamo qui per raccontarvi perché non potete perdervelo.

Veleno, le due facce del nuovo documentario di Amazon Prime Video

Ci sono due modi per raccontare la storia dei Diavoli della Bassa modenese. La prima è parlare di un terribile caso di abusi su minori, avvenuti ripetutamente alla fine degli anni ’90 nei paesi di Mirandola e Massa Finalese. Un racconto inquietante, emerso dalle testimonianze di diversi bambini, che comprende rituali dalle tinte orrorifiche, dettagli terrificanti e atti che fanno assolutamente venire i brividi.

La seconda è quella di parlare di un terribile caso di errore giudiziario e manipolazione delle prove. Partendo da pregiudizi, dalla concezione che “i bambini non mentono mai” e da un approccio votato al desiderio di punire i colpevoli prima ancora che siano accertati come tali, autorità, psicologi e assistenti sociali hanno portato alla distruzione di famiglie, separate per anni (se non per sempre), creando ferite impossibili da rimarginare.

Quello che il documentario di Amazon Prime Video dedicato a Veleno fa è presentare entrambe queste narrazioni. Se il podcast di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli (di cui quest’opera più che un sostituto è un ottimo complemento) raccontava più nei dettagli quanto accaduto e il percorso che ha portato gli autori all’idea che ci fosse una verità diversa da quella uscita dai tribunali, il documentario riesce meglio a rendere il conflitto tra le due versioni.

La narrazione risulta sicuramente di parte, ma in maniera più moderata. Non solo, ma l’attenzione portata sul caso proprio dall’uscita del podcast ha portato alla presenza viva di testimonianze da entrambe le parti, desiderose di fare sentire la propria voce. Nel corso delle puntate si alterneranno davanti alla telecamera tantissimi dei protagonisti di questa terribile vicenda, dando al racconto una forza ancora maggiore.

La potenza delle immagini e del tempo

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D’altro canto, rispetto all’opera che ha dato il via al tutto, il documentario Veleno ha dalla sua le possibilità offerte dal suo mezzo. L’opportunità di poter vedere direttamente non solo le immagini di telegiornali e trasmissioni televisive dell’epoca che raccontavano le diverse fasi del caso, ma soprattutto i filmati dei colloqui tra i giudici, gli psicologi e le giovani vittime (che restano tali a prescindere da quale sia la verità) è impressionante.

Ne risulta un’opera più completa, che riesce a dare una ricchezza maggiore all’eccezionale racconto di Trincia e Rafanelli. Per quanto già nel primo progetto legato a questa inchiesta ci fosse un tentativo di andare oltre la narrazione audio con ampie schede di approfondimento disponibili online, era difficile integrarle effettivamente nella fruizione del contenuto. Ora invece è possibile esplorare in un flusso più naturale tutto quel materiale.

C’è poi un secondo fattore che rende il documentario pubblicato su Amazon Prime Video un must, anche per chi ha già seguito la vicenda: il tempo. In questi quattro anni non solo la situazione si è evoluta con nuove ricerche, nuove testimonianze e nuovi sviluppi, ma ci sono state ulteriori vicende che hanno attraversato il nostro Paese. Storie che hanno colpito l’opinione pubblica e che hanno inquietanti punti in comune con la storia dei Diavoli della Bassa modenese.

Veleno, un nuovo ottimo documentario

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Come dicevamo, questo progetto risulta una ricca aggiunta al podcast di successo che ha riportato l’attenzione sul caso. Per quanto il documentario sia comunque completo, varrebbe la pena di ascoltare l’inchiesta originale prima della visione, che (non dovendo integrare una serie di dettagli emersi successivamente) può spendere più tempo nella narrazione delle vicende della fine degli anni ’90.

Tuttavia, anche partendo direttamente da questo progetto si avranno gli elementi per farsi un’idea di quelle due facce della vicenda di cui parlavamo più sopra. Anzi, la presenza di nuove testimonianze dirette è un incredibile valore aggiunto. Anche grazie a esse si può portare la riflessione su un piano superiore, oltre il caso specifico. Non è più solo una questione di colpevolezza o innocenza per quella storia, ma apre un dibattito (almeno interno allo spettatore) tra la necessità di contrastare crimini terrificanti e quella di garantire le tutele dei cittadini.

Andando oltre queste considerazioni, quello che resta è un documentario appassionante che terrà attaccati al televisore i suoi spettatori. A volte può fare storcere il naso la protezione dell’identità dei minori, atto doveroso ma non sempre realizzato al meglio (soprattutto nelle prime puntate). Questa però è praticamente l’unica critica che si possa avanzare.

Per il resto Veleno resta un nuovo capitolo nella striscia positiva di documentari (su tanti argomenti differenti) che nell’ultimo periodo sono riusciti a conquistare il pubblico. Una interessante evoluzione del panorama dell’intrattenimento che speriamo possa proseguire sempre più in alto.

Offerta
Veleno. Una storia vera
  • Editore: Einaudi
  • Autore: Pablo Trincia
  • Collana: Einaudi. Stile libero extra
  • Formato: Libro in brossura
  • Anno: 2019

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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